Sveva Casati Modignani è lo pseudonimo utilizzato dalla scrittrice Bice Cairati (Milano, 13 luglio 1938) e, nei primi tre romanzi, dal marito Nullo Cantaroni (Milano, 27 agosto 1928 – Milano, 29 dicembre 2004), che si ritirò dopo essersi ammalato di Parkinson.
Bice Cairati è nata nel 1938 a Milano da un agiato commerciante di vini che, al contrario della madre religiosa, anaffettiva e prepotente, la indirizzò con dolcezza sin dall'infanzia alla lettura.
Da bambina scrisse racconti per un giornale parrocchiale e, con la fine della guerra, suo padre aprì un'azienda di fiale e provette da laboratorio.
Iniziò gli studi in lingue all'università, ma li abbandonò per la scarsità di risorse economiche che sua madre preferiva investire negli studi del fratello Carlo, futuro insegnante di scienze e geografia. Quindi lavorò per due anni come segretaria di un rappresentante di materiali per la produzione di birra.
Recatasi a Parigi come ragazza alla pari, conobbe il giornalista emiliano Nullo Cantaroni, già sposato e padre di una figlia, durante una festa dalla contessa Huguette de Prunelé presso la quale faceva la baby sitter. Dopo tre anni si rincontrarono alla Rizzoli e nel 1971 si sposarono. Ha un figlio, Nicola (1972), e i nipoti Luna e Lapo. Si professa cattolica.
Divenne impiegata alla Galleria del Naviglio di Carlo Cardazzo, dove incontrò un giornalista de La Notte che la presentò a Nino Nutrizio. Nel 1965 iniziò così la carriera da giornalista per lo stesso quotidiano e come primo lavoro intervistò Joséphine Baker. Durante la sua carriera intervistò anche Umberto II di Savoia, Mina, Wanda Osiris, Susanna Agnelli e Luchino Visconti. In seguito tenne la rubrica Il Naviglio sul periodico Lo Specchio, su chiamata del direttore Giorgio Nelson Page per seguire le cronache mondane. Scrisse per Il Milanese e L'Europeo e pubblicò nel 1977 Nelle mani dell'uomo. Testimonianze di donne violentate, uno dei tre libri-inchiesta scritti insieme al marito.
Nel 1980 riprese a scrivere in ambito privato, in modo da trascrivere i ricordi di suo padre e della nonna a lei omonima. Esordì l'anno seguente con il romanzo Anna dagli occhi verdi, pubblicato con il marito. In particolare affermò: "Io ero quella che raccontava, lui quello che rileggeva, criticava, correggeva". Il nome d'arte fu inventato da Tiziano Barbieri Torriani, editore della Sperling & Kupfer, e dalla sorella di lui, unendo i cognomi Casati e Modignani per suggerire dei nobili ascendenti.
Nel 1983 uscì Saulina, che vinse il Premio Selezione Bancarella nel 1984, anno in cui il marito si ammalò di Parkinson. Senza pubblicare con Sperling & Kupfer ha scritto una trilogia autobiografica con Il diavolo e la rossumata (2012), Il bacio di Giuda (2014), dove il tema sono i ricordi d'infanzia durante e dopo la guerra, e Un battito d'ali (2018), sul suo esordio e il rapporto con il padre.
La sua produzione si inserisce nella tradizione del romanzo rosa italiano e della letteratura popolar-sentimentale.